Le prime testimonianze di vita umana nel Salento risalgono a circa 80.000 anni fa, riscontrate attraverso il ritrovamento di antichi utensili nelle grotte calcaree tipiche del territorio.
I primi culti documentati risalgono a circa 20.000 anni fa, ed erano rivolti alla fertilità. Degni di nota anche i graffiti e le incisioni presenti in diverse caverne. Inoltre è possibile ammirare, sparsi per il territorio, monumenti funebri come dolmen e menhir, o le più tipiche “specchie”.
Nell’antichità un popolo di origine ellenica colonizzò il Salento: parliamo dei Messapi (Messapia si traduce in “terra tra i due mari”) che fondarono la cosiddetta dodecapoli messapica, in perenne lotta con la città ellenica di Taras, l’odierna Taranto.
In foto la “Centopietre”, monumento megalitico visitabile a Patù.
La lotta continua tra le due fazioni facilitò notevolmente la conquista della Puglia da parte dei romani. A nulla servirono le alleanze siglate dai tarantini prima con Pirro e poi con i cartaginesi. L’intera penisola salentina rappresentava una conquista indispensabile per i piani di espansione romani, poiché la sua posizione la rende il ponte perfetto per avvicinarsi alla Grecia e alla regione Balcanica. Lupiae (l’odierna Lecce) diede i natali a Quinto Ennio, poeta e scrittore romano considerato il padre della letteratura latina. La dominazione romana favorì la costruzione di importanti infrastrutture e non soffocò l’indipendenza dei territori salentini.
In foto l’anfiteatro romano di Lecce, in Piazza sant’Oronzo.
Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente il Salento divenne il campo di battaglia degli scontri tra bizantini, che cercavano di incorporare nell’Impero d’Oriente i vecchi territori appartenuti alla propria controparte, e i longobardi che invece volevano completare la conquista dell’intera penisola italiana. All’indomani dell’accordo trovato nel 757 il Salento rimase sotto il dominio dell’Impero d’Oriente, che incentivò la migrazione di coloni greci (ancora oggi evidente nella zona della Grecìa Salentina).
A cavallo tra il X e l’XI secolo furono le invasioni dei saraceni a segnare la storia del Salento, seguita dalla conquista normanna. I normanni istituirono nuovi nuclei territoriali, opera continuata dalla stirpe degli Svevi che successe agli Altavilla. In questo periodo il Salento divenne il principale porto di imbarco per le crociate, come la sesta, guidata dallo Stupor Mundi Federico II di Svevia.
Nella parte finale del MedioEvo angioni e aragonesi si sfidarono più volte per il possesso del territorio salentino. Ad avere la meglio furono infine gli spagnoli, che dovettero confrontarsi nuovamente con i corsari saraceni (l’episodio più famoso è senza dubbio quello che riguarda gli 800 martiri di Otranto). In risposta alle continue scorrerie islamiche, l’Imperatore Carlo V pianificò e costruì un sistema di torri di avvistamento e fortificazioni. Non è raro trovare ancora in ottime condizioni di conservazione queste costruzioni, che si succedevano a intervalli regolari di 5 km per tutta la costa salentina. Con la scoperta e la successiva colonizzazione delle Americhe, il mediterraneo perse la sua centralità nelle rotte commerciali e, conseguentemente, il Salento perse parte della vivacità e della ricchezza che lo caratterizzavano.
La torre costiera di Torre Vado, marina di Morciano di Leuca, tra le poche ad essere ancora totalmente intatta
Fu in questo periodo che i ricchi borghesi e i latifondisti acquisirono le patenti di nobiltà, dando origine alla consuetudine per cui ogni piccolo paese del Salento aveva almeno un signorotto locale (baroni e marchesi per la maggior parte). Con la caduta di Ferdinando II di Borbone, il Salento, come il resto del meridione d’Italia divenne parte del neonato Regno d’Italia.